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Venerdì, 22 Agosto 2014 17:54

VERSO LA TERZA GUERRA MONDIALE

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 "SUL SENTIERO DELLA CONOSCENZA RECIPROCA"

Il tema che tratto oggi è essenzialmente di natura religiosa e attiene prevalentemente ai rapporti tra due grandi religioni monoteiste. Tuttavia, le implicazioni sociali delle due religioni sono amplissime e, soprattutto per l’Islam, riguardano anche la politica e il diritto degli stati musulmani, e degli stati dove vivono i musulmani.

Non sono un teologo, ma semplicemente uno studioso, che applica la metodologia della ricerca scientifica allo studio dell’Islam, avendo come riferimenti religiosi la nostra fede cristiana, o meglio, cattolica. Quindi con buona pace di chi non sarà d’accordo con quanto esporrò in seguito, ritengo sia corretto fare delle “dichiarazioni di gioco” chiare onde evitare equivoci e malintesi. Pertanto,  il sottotitolo della relazione: “sul sentiero della conoscenza reciproca”, è una dichiarazione solenne sul tema e lo inquadra correttamente in un contesto di fede evangelicamente  vissuta.

Quanto sta succedendo in Iraq, in Siria e nelle altre nazioni a maggioranza islamica dove i cristiani, ma non solo loro, (tutti gli infedeli) sono perseguitati e uccisi in nome di Allah è ormai un drammatico notiziario quotidiano, e dimostra, ove ce ne fosse ancora bisogno, la distanza siderale tra le due antropologie culturali: quella cristiana e quella islamica.

esempio di fratellanza religiosa nellislam           profughi cristiani in fuga verso il kurdistan

Esempi di come intendono il dialogo i fondamentalisti musulmani: siamo ad Aleppo in Siria con la crocifissione di cristiani, e in Iraq con la fuga da Ninive dei cristiani e degli yezidi che non vogliono convertirsi all'Islam.

Vediamo di entrare dentro al tema di questa relazione, in questo arduo sentiero della ricerca del dialogo  tra due religioni profondamente diverse tra loro e teologicamente non permeabili, pur avendo evidenti radici comuni con l’Antico Testamento.

Anzi, invochiamo la protezione della Madre di Gesù, Maria, con la litania coniata dal papa san Pio V dopo la vittoria contro i turchi nella battaglia di Lepanto, il 7 ottobre 1571: Auxilium christianorum ora pro nobis.

La recente dichiarazione di papa Francesco, durante il viaggio di ritorno dalla Corea del Sud, ovvero che siamo entrati nella terza guerra mondiale, finalmente fa ragione di tutte le ipotesi di geopolitica elaborate in questi ultimi tempi. Anche Papa Francesco, finalmente, si è reso conto di ciò che sta succedendo in varie aree del pianeta, dove l’Islam fondamentalista sta mettendo in atto la conquista dei territori mediante la eliminazione forzata e violenta di chi non accetta di convertirsi alla religione del profeta Muhammad (Maometto).

Per capire questa strategia di conquista è necessario conoscere qualcosa del Corano, libro sacro dell’Islam. Questo libro è la raccolta delle Sure, delle rivelazioni, che Muhammad ha ricevuto da Allah tramite l’Arcangelo Gabriele. Uno dei primi califfi ha ordinato la raccolta delle Sure in ordine di lunghezza del testo e non in ordine cronologico, pertanto il Corano si presenta come una collazione di testi slegati tra loro e quindi di ardua interpretazione sul piano ermeneutico. Infatti, essendo parola di Dio, la Sura non ha bisogno di essere interpretata, Allah ha parlato e la sua parola è legge per sempre.

Ora, esiste una notevole differenza di contenuti dottrinali tra le Sure del primo periodo, quello di La Mecca, e quelle del secondo periodo ricevute a Medina, dove Muhammad si era rifugiato per sfuggire ai suoi paesani di La Mecca che volevano ucciderlo. Infatti, mentre le prime sono di chiara ispirazione biblica, le seconde risentono del clima di odio nel quale il profeta si era venuto a trovare. L’odio in particolare per chi non accettasse la sua rivelazione, in particolare ebrei e cristiani. Ricordo che quelle terre erano tutte abitate da tribù di origine ebraica o cristiana, siamo poco dopo l’anno 600 dopo Cristo. Infatti è a Medina che il profeta dà l’ordine di uccidere tutti i maschi delle due tribù ebraiche che  rifiutavano la conversione, e il rapimento e la messa in schiavitù delle donne e dei bambini.

Ora, siamo nel terzo millennio, dobbiamo fare i conti con questa strategia di conquista. Nulla è cambiato nell’Islam ortodosso, quello che interpreta alla lettera il Corano.

C’è una ragione teologica in questa strategia, gli esegeti del Corano ritengono che le Sure successive abroghino le Sure precedenti nelle parti che fossero in contraddizione tra loro. Poiché le ultime sono quelle con i contenuti più violenti nei riguardi degli infedeli, soprattutto ebrei e cristiani, ecco in parte spiegata la ragione della devastazione planetaria da parte dei fondamentalisti islamici e la consapevolezza del Pontefice romano che afferma quanto ormai sostenuto da molti osservatori di geopolitica. La terza guerra mondiale è strategicamente diversa dalle altre due, non ci sono eserciti contrapposti, è una guerra di nuovo tipo il cui modello è mutuato dalle esperienze terroristiche fin qui realizzate in varie parti del mondo. Pertanto sarà una guerra che richiederà nuovi modelli di intervento, tutti da inventare e che durerà molto certamente.

Ai musulmani viene insegnato che la Terra è divisa in due parti: Dar al Islam (Terra  della Pace) e Dar al Harb (Terra della Guerra), e che la fine del mondo col giudizio universale avverrà quando tutto il pianeta si sarà convertito all’Islam. Questa è la sostanza teologica del terrorismo islamico.

dar al islam e dar al harb

 Colorate in verde le terre della pace islamica, colorate di nero le terre che bisogna conquistare alla pace islamica

Come in tutte le manifestazioni belliche ci sono i partigiani non in armi, che scrivono sui giornali, che fanno trasmissioni televisive, che organizzano eventi, sono i simpatizzanti, quelli nostrani, occidentali, che non vedono l’ora che gli USA e Israele vengano cancellati dal pianeta, che il capitalismo venga sovvertito da una nuova mitologia economica, che la Chiesa di Roma venga ridotta al massimo nella catacombe. Questo è lo scenario prossimo venturo e quello che è più drammatico per noi europei è che buona parte dell’apparato ecclesiastico cattolico è schierato contro se stesso. Solo il Papa e qualche vescovo hanno il coraggio di avvertire le pecore del gregge dell’orda di lupi che sta devastando la convivenza tra gli uomini.

Si sta avverando quanto predetto da mistiche e mistici cattolici intorno a questo periodo della storia dell’umanità e della storia della Chiesa cattolica. Già il profeta Daniele aveva avuto delle visioni terrificanti sul futuro dell’umanità, Giovanni nell’Apocalisse aveva definito cosa sarebbe avvenuto a un certo momento della storia dell’umanità che si ribellava a Dio e a suo figlio Gesù Cristo. Non solo. La Madonna a Fatima aveva lasciato a Lucia una serie di profezie puntualmente avveratesi. Il famoso terzo segreto è stato pubblicato solo parzialmente. I papi che lo hanno letto per intero ne sono rimasti sconvolti, a partire da Giovanni XXIII. Papa Luciani, dopo averlo letto rimase muto per alcuni giorni, così racconta la suora che lo accudiva da vicino e come è stato illustrato di recente nella trasmissione televisiva a Rai 3 sulla Grande Storia.

Ma non finisce qui.

Era il 29 gennaio 1929 quando Gesù interloquendo con la mistica Luisa Piccarreta, immobile nel suo letto di sofferenza, le comunicò: “Figlia mia diletta, voglio farti sapere l’ordine della mia Provvidenza. Nel corso di ogni duemila anni ho rinnovato il mondo: nei primi duemila lo rinnovai col Diluvio; nei secondi duemila lo rinnovai con la mia venuta sulla terra, in cui manifestai la mia Umanità, dalla quale, come da tante fessure, traluceva la mia Divinità, e i buoni e gli stessi Santi dei seguenti duemila anni sono vissuti dei frutti della mia Umanità e come leccando hanno goduto della mia Divinità. Ora siamo circa alla fine del terzo duemila e ci sarà una terza rinnovazione, ecco pertanto lo scompiglio generale: non è  altro che il preparativo alla terza rinnovazione. E se nella seconda rinnovazione manifestai ciò che faceva e soffriva la mia Umanità e pochissimo ciò che operava la mia Divinità, ora, in questa terza rinnovazione, dopo che sulla terra sarà purgata e distrutta in gran parte la generazione presente, sarò ancora più largo con le creature e compirò la mia rinnovazione, col manifestare ciò che faceva la mia Divinità nella mia Umanità, come agiva il mio Volere Divino col mio volere umano, come tutto restava concatenato in Me e come tutto facevo e rifacevo, e anche ogni pensiero di ciascuna creatura era rifatto da me e suggellato col mio Volere Divino.”

Luisa Piccarreta (Corato-Bari, 1865 – Corato 1947) sarà proclamata beata tra qualche mese. Nel 1926 per ordine del suo direttore spirituale Annibale Maria Di Francia, Santo, ha scritto venti volumi sui dialoghi avuti con Gesù che l’ha istruita sul Regno della Divina Volontà.

Ora, se mettiamo insieme tutti questi segnali, compresi quelli che la Madonna ha comunicato ai veggenti a Mediugorje, e che avrebbero bisogno di una trattazione a parte, risulta evidente che l’umanità sta andando incontro a un periodo di purificazione a causa della violenza con la quale la stessa umanità da qualche secolo si sta rivolgendo verso Dio Padre, il Figlio Gesù, la Madre Maria e la Chiesa da Lui istituita.

Poiché Dio è Padrone della storia dell’uomo sulla terra, risulta evidente che il periodo di purificazione è iniziato, la Chiesa cattolica e i suoi fedeli sono perseguitati nel mondo come mai avvenuto prima; l’apostasia silenziosa si è estesa in gran parte delle strutture ecclesiastiche, i fedeli che si organizzano per ritornare alla purezza dei santi fondatori degli Ordini religiosi vengono in qualche modo impediti nel farlo e addirittura perseguiti dall’interno; i nuovi teologi sedicenti cattolici fanno a gara per rinnegare la dottrina del magistero che la Chiesa cattolica ha sviluppato nei secoli, e quanta eco hanno sulla stampa e nelle televisioni.

Quanta confusione viene propalata ad arte per dissacrare i sacramenti, in particolare il Matrimonio, la Confessione e la Comunione. Viene insegnata la infinita Misericordia di Dio ma viene cancellata la infinita Giustizia di Dio. Ricordiamolo che Gesù ha perdonato alla samaritana ma le ha anche detto di non peccare più.

Come risulta evidente grande è la confusione e lo sconcerto che viene percepito dai fedeli, sembra che non esista più il Catechismo della Chiesa Cattolica e che ogni fedele si faccia il suo. I pastori, salvo le eccezioni che per fortuna ci sono sempre, sembrano affetti da disturbi catatonici e non reagiscono più secondo la dottrina ma secondo l’umore del momento montato ad arte dai media.

E allora, quid agendum, direbbero i nostri antecessori latini.

Ritorniamo all’origine della relazione per tentare di chiudere in modo suggestivo.

papa francesco con il re ela regina di giordania

 Papa Francesco e i reali di Giordania durante il recente pellegrinaggio in Terra Santa

 Come Papa Francesco, al suo livello di rappresentante della Chiesa cattolica, ha avuto il coraggio di identificare gli aggressori dei cristiani nel mondo con il fondamentalismo islamico, insieme a pochi altri pastori in Italia, ma molto più numerosi nei paesi devastati dall’odio religioso, così tento di chiudere questa nota parlando dell’altro Papa che ha avuto il coraggio temerario di illustrare questa tragedia a partire dalla nascita dell’Islam: Papa Benedetto XVI nella relazione tenuta all’Università di Regensburg in Germania. Era  il 12 settembre 2006. In quella occasione il Papa aveva citato un famoso brano riportato dall’imperatore di Costantinopoli, Manuele 2° Paleologo, nel suo libro “I dialoghi con un persiano”, libro dimenticato da molti, ma conosciuto da tanti specialisti.

Il libro riporta dei ragionamenti tra un sapiente musulmano, di origine persiana, e l’imperatore stesso, intorno alle caratteristiche fondamentali delle due religioni, e l’imperatore aveva fatto presente, mettendolo in dubbio, come potesse essere una buona religione, quella musulmana, che ha visto il suo profeta Maometto macchiarsi del sangue dei nemici, ebrei in particolare.

Probabilmente, il culmine dell’argomentare di Manuele II si trova nell’espressione: «Il non agire secondo ragione è alieno da Dio» (VII, 3). Questa convinzione accompagna certamente l’intera tradizione cristiana da sempre.

Ricordo che la riflessione del Papa ai docenti dell’Università di Regensburg, dove lui aveva insegnato da giovane sacerdote, riguardava la ragionevolezza della fede religiosa, e che non si poteva certamente ritenere ragionevole una fede religiosa, come la islamica, che prevedeva di dare la morte ai civili con i kamikaze, e ai musulmani che cambiavano religione, con la lapidazione.

Ragione e fede devono riprendere inevitabilmente il loro cammino comune. Benedetto XVI, a più riprese, ha ribadito che questa strada non solo permette al cristianesimo di essere fecondo nella via dell’evangelizzazione, ma consente anche ai non credenti di accogliere il messaggio di Gesù Cristo, come ipotesi carica di senso e decisiva per l’esistenza.

Ricordo, ancora, che quella lezione e quei contenuti furono travisati ad arte dai media occidentali che non vedevano l’ora di scagliarsi contro il Papa che si era permesso di fare delle riflessioni logicamente fondate sui legami tra fede religiosa e ragione. Il mondo islamico, a sua volta montato dalla stampa europea, si è lasciato andare a manifestazioni di piazza, con assalti e incendi e omicidi. Al Papa è stato imposto di chiedere scusa per aver citato il dialogo dell’ultimo imperatore di Costantinopoli, nel quale si metteva in evidenza la illogicità manifesta del mancato rapporto tra fede religiosa e ragione che è uno degli scogli sui quali si imbatte ogni tentativo di dialogo tra pensiero “greco-occidentale” e pensiero islamico.

il principe di giordania e benedetto xvi

 Papa Benedetto XVI incontra il principe ereditario di Giordania, primo firmatario della lettera

138 personaggi musulmani esperti della loro dottrina, sono andati a leggersi il testo di quella lezione e hanno capito quale errore madornale avessero commesso nell’accettare per veri i reportage giornalistici europei che ad arte avevano falsificato il pensiero del Papa, e hanno scritto ai capi delle chiese cristiane una lettera molto bella, ricca di spunti di riflessione per un dialogo vero, fondato sulla reciproca conoscenza.

A capo di questa numerosa delegazione c’è il principe ereditario del Regno di Giordania, Ghazi bin Muahammad bin Talal, e in Italia l’unico firmatario è stato l’imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini vicepresidente del COREIS (Comunità religiosa islamica d’Italia) uno degli interlocutori dell’islam moderato italiano.

La lettera si può intitolare “Una parola comune tra noi e voi”, e riporta la data del 13 ottobre 2007, a conclusione del mese di Ramadan.

Sotto certi aspetti si tratta di un vero e proprio evento straordinario. Tutte le diverse espressioni dell’islam mondiale hanno messo la loro firma su quella lettera: sciiti, sunniti, rappresentanti delle più piccole realtà musulmane, compresi i famosi sufi, i mistici dell’islam, ritenuti degli eretici dalla ortodossia sunnita.

La lettera è molto bella per i contenuti di ispirazione mistica che fanno ipotizzare una nuova consapevolezza circa le radici comuni sull’amore di Dio e sull’amore del prossimo, sia nell’ebraismo come nel cristianesimo e nell’islam.

Questa è senz’altro la novità più importante, e su questa gli esperti delle due religioni hanno cominciato a lavorare in vista di incontri molto importanti che sono iniziati nell’autunno del 2008.

Nonostante la lettera rappresenti un notevole sforzo di cambiamento, dentro all’Islam, nel proporre un incontro sui fondamenti delle due religioni, siamo ancora lontani dalla visione universalistica, e quindi cattolica, della concezione dell’uomo che troviamo soprattutto nel Vangelo.

Ricordiamo Paolo quando afferma che non ci sono più giudei, né greci, né gentili, né circoncisi, né incirconcisi.

Siamo tutti creature di Dio e soggette ad unica legge: la legge naturale che coincide certamente con i dieci comandamenti di matrice biblica e con i comandamenti contenuti nel Corano.

Però, attenzione, rispettare l’uomo viene prima del rispetto della religione. Questo è l’approccio cristiano.

La dignità dell’uomo, come persona, va ricondotta alla sua dimensione esistenziale a prescindere dal dialogo teologico, (vedi la Dottrina Sociale della Chiesa).

Queste sono le basi da cui sollecitare il dialogo con i musulmani che credono in questo strumento di conoscenza reciproca. La speranza è che, pensando alla storia della Chiesa, come i cristiani hanno fatto conoscere il Vangelo nel mondo, riescano a farlo conoscere anche ai musulmani che credono in Allah, il clemente, il misericordioso e non il violento,  l’aggressore e il persecutore.

Aspettiamo tutti con ansia un nuovo Francesco di Assisi che in piena quinta crociata ha avuto il coraggio di far conoscere Cristo al sultano dell’Egitto Malek al-Kamel, avendo salva la vita.

Alla fine della nostra riflessione non possiamo fare a meno di  un “a fondo” sull’attualità del pensiero materialista e relativista dominante e sulle tragiche conseguenze della sua applicazione nei sistemi sociali.

Abbiamo il coraggio di prendere le misure del nostro essere cristiani! Guardiamo al deserto spirituale che si sta estendendo nella nostra Italia e nella nostra Europa! L’Europa dei “lumi” che si sta autodistruggendo in odio alla Chiesa cattolica, soprattutto, e che si sta sottomettendo alle frange violente e terroristiche dell’islamismo fondamentalista.

 "Diciamolo ora in modo molto significativo - scriveva il Papa Benedetto XVI: l'uomo ha bisogno di Dio, altrimenti resta privo di speranza". "L'uomo non può mai essere redento semplicemente" da una struttura esterna. (...) L'uomo viene redento mediante l'amore". Un amore incondizionato, assoluto : "La vera grande speranza dell'uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere solo Dio - il Dio che ci ha amati e ci ama tuttora sino alla fine".

Per approfondimenti leggi: http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3257

Letto 26409 volte Ultima modifica il Domenica, 24 Agosto 2014 16:45

3 commenti

  • Link al commento Agostino pino Toniolo Sabato, 23 Agosto 2014 14:03 inviato da Agostino pino Toniolo

    Hai ragione: solo il dialogo e la preghiera possono avvicinare i cristiani e i mussulmani.
    Preghiamo lo stesso Dio, che è Dio d misericordia e non di vendetta.
    Grazie della profonda meditazione che ci offri.

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  • Link al commento Piergiorgio Venerdì, 22 Agosto 2014 22:18 inviato da Piergiorgio

    i cattolici, chissà perchè, ancora sembrano non rendersi conto di quello che sta succedendo. A meno chè non siano bagatelle tanto è vero che i numerosi segreti di Medjugorie non sembrano abbiano dato rilievo a questo momento

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  • Link al commento Manuela Venerdì, 22 Agosto 2014 22:16 inviato da Manuela

    Siamo sicuramente di fronte ad una grande svolta e con questo articolo ci metti di fronte alla realtà come purtroppo è. Spesso mi chiedo come in nome del proprio credo si possa avere così tanto odio verso chi neanche conosci e in virtù di che cosa ci si creda migliori. Gesù nei pochi anni della sua vita terrena ha solo insegnato il bene e ai suoi seguaci ha detto di trasmetterlo agli altri, nei comandamenti consegnati a Mosè, Dio aveva ben pensato di farci onorare soprattutto il nostro prossimo. Non voglio dire con questo che noi cristiani siamo migliori, ma non trasformiamo i nostri figli in kamikaze per volere di Dio. Mi auguro si arrivi ad un vero dialogo concreto e duraturo.

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