Qualche tempo fa mi occupavo della Terra Santa come vice presidente del Movimento Amici di Terra Santa del Triveneto, che era stato voluto dall’allora vescovo di Treviso monsignor Antonio Mistrorigo, Priore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme per la diocesi di Treviso, e fondato dal frate francescano minore Padre Aldo Tonini Commissario della Custodia Francescana di Terra Santa per il Triveneto.
Monsignor Antonio Mistrorigo
Con Padre Aldo ci fu una collaborazione profonda e insieme abbiamo realizzato non solo alcuni pellegrinaggi nella Terra di Gesù ma anche numerosi convegni annuali sui temi del francescanesimo e della presenza francescana in quei luoghi. Addirittura sotto la sua guida abbiamo realizzato, con il grande artista padovano Francesco Lucianetti, un fumetto storico sulla vicenda dell’incontro tra Francesco d’Assisi e il sultano Malek Al Kamel nel 1219 nel pieno della quinta crociata, un’opera d’arte che nel 2015 ha ricevuto il primo premio al concorso nazionale del fumetto organizzato tra vari enti tra cui l’Amministrazione Provinciale di Rovigo.
Padre Aldo era un frate con una profonda spiritualità che a mio avviso lo qualificava come un mistico, una persona immersa nella divino-umanità di Gesù Redentore. Molte sono le persone che avendolo conosciuto da vicino possono dare testimonianza di questo mio pensiero.
Ebbene, un giorno il caro Padre Aldo mi chiede se gli scrivo una relazione su alcuni aspetti connessi alla comunicazione e alla preghiera e così mi accinsi a scrivergli le note che seguono.
Padre Aldo Tonini o.f.m. Commissario della Custodia Francescana di Terra Santa
Carissimo padre Aldo,
ti mando alcune notizie di carattere culturale sulle intuizioni che scaturiscono dalla mia esperienza di ricercatore-statistico nei campi della comunicazione di natura spirituale.
Da anni, ormai, mi occupo di comunicazione, vuoi per motivi di carattere professionale legati al ruolo di dirigente d’azienda avendo a che fare con gruppi di lavoro piuttosto ampi e con professionalità eterogenee, ma anche per la mia sensibilità correlata alla mia cultura cristiana e allo studio dei mistici.
Ho iniziato ad approfondire lo studio sugli aspetti scientifici della comunicazione avvicinandomi alla programmazione neurolinguistica (PNL) ancora nel 2001, successivamente, nel 2004, ho conseguito un Advanced Master in PNL, a Nizza, in Francia, presso un Istituto internazionale riconosciuto dallo Stato francese.
Il mondo della PNL nasce attorno al 1970 nella Università della California (USA), a Santa Cruz. Due brillanti giovani laureati, seguivano ognuno per conto proprio dei maestri di terapie psicologiche. Il primo John Grinder laureato in linguistica, il secondo Richard Bandler laureato in informatica.
I maestri che loro seguivano erano: Fritz Perls, fondatore della teoria psicologica della “Gestalt”, Virginia Satir fondatrice della terapia familiare e il grande e fondamentale Milton Hyland Erickson, esperto della ipnosi clinica applicata alla psicoterapia.
Ora, i due giovani per caso si incontrarono e cominciarono a studiare con modelli matematici il modo di lavorare dei tre maestri, ovvero, resero paradigmatici i loro modelli di argomentazione e quindi riproducibili per chiunque altro volesse cimentarsi con quegli ambiti terapeutici.
Da qui le intuizioni si susseguirono in modo vertiginoso, furono fatte altre scoperte nel mondo delle neuroscienze che confermavano le scoperte empiriche fatte dai due ricercatori. In pochi anni, circa dieci, nasce una scuola di PNL (come venne chiamata da Grinder e da Bandler), e da loro ebbe inizio lo sviluppo stupendo che questo modello di comunicazione e di terapia ha avuto in tutto il mondo, in particolare nel mondo della psicoterapia e nel mondo dell’economia aziendale, per le naturali ricadute sia sulla frontiera della comunicazione esterna (marketing), ma, soprattutto, nella gestione dei gruppi di lavoro.
Il successo si estese a molti altri ambienti, ovviamente, in particolare quello dello sport, a causa dei modelli linguistici utilizzati idonei ad agire a livello profondo per la conquista degli obiettivi sfidanti.
Uno dei paradigmi della PNL è, ad esempio, il seguente: “Non esiste niente di impossibile, se uno ci è arrivato può arrivarci anche un altro”, basta copiare il modello delle convinzioni radicate nel cervello di chi ce l’ha fatta.
Un altro può essere: “Non si può non comunicare”, oppure ancora: “Il risultato della comunicazione non sta nelle parole che uno dice ma nella reazione di chi le riceve”, oppure: “La mappa non è il territorio”, e così via …..
Ma il bello della PNL è che lo sviluppo di questa è andato di pari passo con lo sviluppo delle scoperte delle neuroscienze intorno alle funzionalità del cervello. Sono ancora moltissime le scoperte da fare intorno a questo organo, ma finora tutte confermano e rafforzano le intuizioni di base della PNL.
Il modo di funzionare del nostro cervello è affascinante, e molti altri studiosi si sono cimentati su questa nuova frontiera della conoscenza del corpo dell’uomo.
Per correttezza ti cito una stupenda espressione del nostro fondatore San Francesco:
FAI ATTENZIONE A COME PENSI E A COME PARLI
PERCHÉ POTREBBE TRASFORMARSI NELLA PROFEZIA
DELLA TUA VITA. (San Francesco d’Assisi)
Anche San Francesco ebbe questa intuizione profondissima: al nostro cervello si può parlare e farlo lavorare per raggiungere gli obiettivi che ognuno di noi si dà.
Successivamente a questi miei studi ho approfondito l’altro tema stimolante delle costellazioni familiari. Eccezionale strumento di indagine psicologica scoperto da un sacerdote tedesco: Bert Hellinger.
Questo notevole uomo di scienza ha intuito che il mondo è un conglomerato di energie potenziali che non si distruggono mai, ovvero, ognuno di noi rappresenta un mondo di energia (probabilmente di natura elettromagnetica), e tutto quanto noi siamo rimane nel mondo. I nostri avvenimenti non si cancellano.
Ecco, allora, la grande scoperta di Hellinger: una persona di grande sensibilità e spiritualità può essere in grado di guidare un gruppo di persone alla scoperta o alla riscoperta della propria storia familiare, inducendo i partecipanti al gruppo di terapia a rendersi permeabili al mondo delle energie del passato, rivivendole nelle generazioni precedenti, anche fino alla settima generazione.
L’originalità e la potenza ai fini terapeutici è la combinazione delle costellazioni familiari con la PNL. Infatti, il conduttore del gruppo utilizza i modelli di comunicazione mutuati dalla PNL per la risoluzione dei blocchi o dei traumi che si riverberano al presente sulla persona che comunica il suo problema al gruppo.
Si verifica che una delle persone del gruppo fa presente un suo problema, una sua paura, un suo blocco e la guida del gruppo la invita a scegliere tra i presenti le persone che secondo lei sembrano più idonee ad interpretare gli attori coinvolti nella sua storia.. Poi la persona si ritira dalla scena e il gruppo, come per incanto, comincia ad interagire al suo interno sotto la guida del terapeuta, il quale deve avere un’esperienza enorme per poter, di volta in volta, pilotare gli eventi che naturalmente si srotolano sulla scena.
Tutto questo si verifica oggi in molti contesti, dove persone particolarmente sensibili ed esperte guidano dei gruppi verso la risoluzione-rimozione dei problemi comunicati al loro interno.
Il passo successivo, del quale desidero renderti edotto, è l’abbinamento, a queste, delle scoperte fatte da padre Pellegrino Ernetti, famoso frate benedettino ed esorcista, presso l’isola di San Giorgio a Venezia.
Padre Ernetti è diventato famoso per una sua invenzione, peraltro mai divulgata al mondo della scienza, sulla intercettazione di quel flusso di energia del quale ti ho prima cennato. Sembra che lui abbia prodotto un “aggeggio”, ovviamente elettronico, in grado di catturare quelle energie e di poterle leggere come avvenimenti del passato. Di più non sono in grado di dirti, col tempo vedrò di approfondire queste conoscenze. Però, le scoperte di padre Ernetti sono talmente rivoluzionarie che, secondo me, danno la spiegazione non solo al mondo di Bert Hellinger (che forse ha conosciuto), ma anche al mondo dei mistici e alle loro vicissitudini umane nel rivivere e nel descrivere puntualmente certi avvenimenti del passato.
Di recente ho cominciato a leggere le vite di Santa Teresa di Lisieux, di San Giovanni della Croce e di Santa Teresa d’Avila, con lo scopo di conoscere meglio queste anime elette. Ma il mio obiettivo non è semplicemente di natura agiografica o di crescita spirituale. Mi interessa capire le loro intuizioni, i loro racconti, le loro esperienze in ordine proprio a quelle intuizioni di cui sopra.
Per esempio, gli scritti della beata Caterina Emmerich, o la biografia di Gesù scritta da Maria Valtorta, in che relazione stanno con le intuizioni del padre Ernetti?
Secondo me le relazioni esistono, sono profonde ed afferiscono a tutto quel mondo dello spiritualismo religioso, immerso nell’infinito di Dio.
Però qualcosa di ancora più interessante mi viene offerto da un pensiero del monaco trappista Thomas Merton nel suo libro “Vita e santità” edito da Lindau nel 2009, e riguarda proprio la comunicazione tra l’uomo e la divinità nella quale siamo immersi e che noi semplicemente chiamiamo preghiera.
Ecco quanto scrive questo grande mistico morto a causa di un incidente domestico nel 1968 all’età di 53 anni:
“Tuttavia sorge la domanda: l’uomo moderno, confuso ed esausto da un’infinità di parole, opinioni, dottrine e slogan, è psicologicamente capace della chiarezza e fiducia necessarie per pregare validamente?
Non è ingannato e assordato dalla gara delle propagande tanto da non essere più capace di una fede semplice e profonda?
È vero che lo spirito umano è stato degradato e corrotto dal cinico abuso dei mezzi di comunicazione. È stato ridotto alla condizione di una macchina che risponde automaticamente alle parole che le sono fornite.
Una macchina di questo genere è assolutamente incapace di fede divina senza un processo di radicale risanamento e restaurazione.
È quindi essenziale operare il rinnovamento cristiano nella società perché l’uomo possa ricuperare la capacità di credere.”
Ecco, padre Aldo, penso proprio che il percorso da approfondire non sia tanto di natura “esoterica” come potrebbe sembrare, ma di un grande afflato mistico immerso nella divino-umanità del Cristo Redentore. Ovvio che su questo tema sarebbe necessaria un’ulteriore e stupenda ricerca sul significato della nostra esistenza. Ritorniamo all’origine del pensiero greco: “cosa ci facciamo su questa terra, da dove veniamo e, soprattutto, dove siamo diretti”.
Grazie per avermi letto pazientemente, e che il nostro padre serafico ci aiuti in questo cammino di crescita, ci conduca a comunicare alle nostre comunità le intuizioni profonde che danno ragione del nostro essere su questa terra.
San Francesco di Assisi