Venerdì, Dicembre 08, 2023
Sabato, 15 Settembre 2012 17:33

LA POETICA DI GIANNI BUSATO

Scritto da
Vota questo articolo
(0 Voti)

Grande successo della presentazione del poeta di Casale sul Sile, Gianni Busato. Ieri sera nella piazza della cittadina con una scenografia originale e suggestiva coordinata dalla brava presentatrice Nicla Angiolini, delle brave attrici hanno recitato alcune delle poesie accompagnate dalla musica del pianoforte e del flauto.

PRESENTAZIONE DEL POETA GIANNI BUSATO

CASALE SUL SILE 14 SETTEMBRE 2012

OPERA: I LUOGHI DELL’ANIMA

TEMA: l’arte come scintilla del divino

La dignità dell’artista sta nel suo dovere di tenere vivo il senso di meraviglia del mondo. (Gilbert Keith Chesterton)

Quando Gianni Busato ha deciso di pubblicare il suo libro di poesie, è stato guidato da un’intuizione che solo un vero artista possiede, e raccogliere in un unico contesto tutte le sue variegate emozioni trasformate in versi poetici, è stata una scelta coraggiosa e della quale mi sento in parte responsabile. Ma non sono il solo ad avere questo onere, c’è anche la brava dottoressa Nicla Angiolini, che detto nel nostro gergo è stata lo spirito guida di tutta l’operazione. La scelta felice di abbinare ad alcune poesie del Gianni, i suggestivi acquarelli di Nicla, forniscono allo stimatore dell’arte un godimento tutto interiore, non solo emotivo ma spiritualizzato.

Vorrei iniziare proprio da questa considerazione per avviare un ragionamento attraverso il quale riuscire a far esplodere la carica di spiritualità che governa l’uomo Busato.

“Nell’arte e nella poesia è custodita un’allusione al divino e al paradiso”: è questa una stupenda intuizione che Nikolaj Vasilievic Gogol, uno dei grandi della letteratura russa, espresse nel suo racconto “Il ritratto” del 1835, ma è questo anche uno dei tanti comuni e banali asserti che si ripetono, forse per assuefazione accademica o con ironica accondiscendenza. Si dimentica così che l’arte come scintilla del divino è una conquista della visione biblica della realtà: laddove la prospettiva del pensiero antico riconosceva nella bellezza una qualità dell’essere, la rivelazione biblica scopre un gesto personale di Dio creatore, che con gusto artistico dissemina nel cosmo le sue vestigia.

Sant’Atanasio, vescovo di Alessandria d’Egitto (295 - 373), con sguardo estatico, vede nel mondo creato l’impronta della sapienza divina: «Ma se il mondo è stato organizzato con sapienza e conoscenza ed è stato riempito di ogni bellezza, allora si deve dire che il creatore e l’artista è il Verbo di Dio». Dio come artista precede ogni artista umano, che con i suoi strumenti aggiunge una pennellata di bellezza a questo mondo splendido, in cui la Sapienza ama trastullarsi accanto ai figli degli uomini.

Questa breve digressione è importante per entrare nella poetica del nostro Autore. Anche solo la recitazione delle poche poesie che abbiamo ascoltato, ci fanno balenare questo uomo pellegrino nel mondo alla ricerca delle radici della sua spiritualità.

Sembra superfluo ricordare che la produzione artistica si fa segno autentico del divino non per un suo vuoto sforzo di teoresi, ma nella misura in cui essa riesce a parlare di Dio, e in questi termini offre già un servizio ottimo al cammino di fede dell’uomo.

Cosa vuol dire “essere artisti”? Chi è artista? Nella contemporaneità si è affermata l’opinione che essere artista non sia una condizione particolare, ma che ciascuno sia un artista, in quanto non servirebbero talenti e formazione, ma l’unico ingrediente necessario sarebbe la creatività libera da ogni schema. Nelle biografie di molti artisti del Novecento, emergono inoltre abitudini disordinate, atteggiamenti eccentrici, comportamenti autodistruttivi, tanto che sembrerebbe che tale tipo di vita sia un ingrediente necessario per riconoscere il vero artista, sia esso un pittore, uno scultore, un musicista, un poeta.

Ma ci sono espressioni artistiche che sono vere strade verso Dio, la Bellezza suprema, anzi sono un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghiera. Si tratta delle opere che nascono dalla fede e che esprimono la fede.

Quante volte allora le espressioni artistiche possono essere occasioni per ricordarci di Dio, per aiutare la nostra preghiera o anche la conversione del cuore! Paul Claudel, famoso poeta, drammaturgo e diplomatico francese, nella Basilica di Notre Dame a Parigi, nel 1886, proprio ascoltando il canto del Magnificat durante la Messa di Natale, avvertì la presenza di Dio. Non era entrato in chiesa per motivi di fede, era entrato proprio per cercare argomenti contro i cristiani, e invece la grazia di Dio operò nel suo cuore, e lì avvenne la sua conversione.

Io non ho mai parlato di Dio con Gianni Busato, lui ha una sua mappa cognitiva su questo aspetto della vita di ogni uomo, ho dedotto quello che vi ho raccontato dalle sue poesie.

Abbiamo l’informazione utile per avvicinarci al suo mondo spirituale, come per esempio i suoi viaggi in India alla ricerca delle riflessioni di maestri di spiritualità, personaggi che hanno fatto la storia dei pellegrinaggi degli occidentali in quel grande paese. Molti hanno trovato la loro ragione di vita, il loro equilibrio interiore. Dallo yoga alle diete vegetariane, tutto sommato una moda che si è diffusa molto rapidamente nel nostro mondo europeo ormai privo di radici spirituali.

Però, è opportuna una riflessione più profonda a questo proposito. Immagino che molti di voi abbiano conosciuto il premio Nobel della letteratura Hermann Hesse, diventato famoso col suo romanzo Siddharta. Ecco, molti che lo hanno letto dimenticano la fine del romanzo, o meglio hanno cancellato dalla loro memoria la scelta finale dell’uomo Siddharta che rimane sul fiume a fare il traghettatore, ma non si fa buddista. Ha capito qualcosa del mondo che ha frequentato e abbraccia la spiritualità cristiana contro ogni previsione.

Immaginate questo vostro concittadino che, come Siddharta, gira per l’India alla ricerca della sua gratificazione spirituale, della sua interiorità. Respira il pensiero dei maestri buddisti e indù e dopo ritorna qui a casa sua, qui a Casale sul Sile, a fare il corniciaio.

Qui a casa sua per effetto della Serendipity (trovare ciò che non avevi, per avere ciò che non sapevi) conosce un pittore, uno dei tanti che frequentano la sua bottega. Questo pittore è il maestro Paolo Canciani, e si presenta con dei dipinti a olio che sono dei ritratti di santi, di Cristo, della Madonna. Succede che la mente e il cuore di Gianni rimangono affascinati dalla bellezza di quei volti e da quei volti lui trae le ispirazioni per quelle poesie bellissime che sono pubblicate nel libro, sono talmente suggestive che sono diventate delle preghiere.

Ecco illustrato il percorso psicologico e poetico del nostro Autore, al quale auguriamo di continuare a scrivere e a partecipare ai concorsi di poesia dove ricevere i meritati riconoscimenti come è successo in questi ultimi mesi.

 

Letto 16530 volte Ultima modifica il Martedì, 18 Settembre 2012 19:19

Lascia un commento