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Mercoledì, 20 Marzo 2024 19:31

EVANGELIZZARE L'ECONOMIA

L’evangelizzazione dell’economia: dalla gabbia dell’ideologia liberista alla vera libertà di un’economia “cristiana"

Pubblico questo articolo del domenicano fra RiccardoLufrani, docente alla LUMSA di Roma perché parla abbondantemente del modello economico divulgato nelle nostre pubblicazioni sotto la sigla WORLD-LAB.

Noi di World Lab siamo partiti dalle intuizioni del beato Giuseppe Toniolo con la enciclica Rerum Novarum di papa Leone XIII promulgata nel 1891 e dalla realizzazione della "Società delle Famiglie Cristiane" verso il 1870 del mistico David Lazzaretti assassinato dalle tuppe sabaude durante una processione religiosa, per pubblicare i nostri lavori di analisi e sviluppo di un nuovo modello economico denominato Civismo e che risponde totalmente a quanto delineato nei documenti pontifici sotto la definizione di Dottrina Sociale della chiesa cattolica.

Le nostre pubblicazioni, divulgate su questo sito nella cartella Econiomia Cristiana sono:

LA DIGNITA' DELLE NAZIONI, 2015, edito su Amazon,

MANIFESTO DEL CIVISMO, 2016, edito su Amazon,

BURGER ECONOMY, 2022, edito su Amazon,

VERSO UN MONDO NUOVO, 2022, stampato in proprio.

Inoltre sono visibili e acquistabili sul nostro sito: worldlabnetwork.org.

Nella nostra attività di ricerca abbiamo fatto tesoro delle intuizioni di Papa Francesco quando ha affermato nella Evangelii Gaudium che QUESTA ECONOMIA UCCIDE,e in una omelia a Santa Marta quando ha esortato: "OSATE, SIATE CORAGGIOSI, PERCHE' SOLO PENSANDO NUOVO E DIVERSO POSSIAMO SPERARE DI FARCELA".

logo WORLD LAB A COLORI

Logo di World Lab che ricorda il logo di David Lazzaretti

 

Dimmi qual'è la tua metafisica, e ti dirò in che società vivrai!

Con questo adagio si potrebbe riassumere l’autorevole analisi che il nostro confratello Giorgio La Pira propose in un breve quanto chiaro saggio del 1945 dal titolo “Premesse alla politica”, dove il Servo di Dio mostra la catena logica che, partendo da una visione del mondo, produce necessariamente un determinato tipo di società. 

La Pira considera l’esempio di tre sistemi filosofici e, passo dopo passo, dimostra come dalla filosofia di Hegel si arrivi ineluttabilmente alla dittatura razzista, dalla visione di Marx alla dittatura comunista, e dalla filosofia di Rousseau alla democrazia capitalista ed individualista, che porta alla concentrazione del potere economico e politico e all’oppressione dei più forti sui più deboli (cf. G. La Pira, Premesse alla politica, 1945, p. 127).

Se le tremende devastazioni del nazismo e del comunismo sono conosciute da tutti, anche il liberismo economico, nato con la Rivoluzione Industriale, mostrò subito le sue nefaste conseguenze sulla società, stigmatizzate chiaramente nell’Enciclica di Leone XIII Rerum Novarum del 1891. Da allora ininterrottamente in dieci Encicliche1, il Magistero della Chiesa continua ad avvertire della necessità di un’attività regolatrice del mercato, che permetta di godere dei vantaggi della libera competizione, e allo stesso tempo eviti la concentrazione del potere economico e politico, con il conseguente sfruttamento dei potenti sui più deboli, nonché la devastazione dell’ambiente.

Le politiche statali di molti paesi europei sono riuscite a mitigare le conseguenze nefaste del libero mercato sulla società, portando prosperità e benessere al nostro continente, ma, allo stesso tempo, la concezione dell’uomo liberale ha prodotto anche lo sfaldamento dei valori tradizionali, cominciato con una vera e propria rivoluzione copernicana dei valori propugnata da vari filosofi libertari, a partire dal poemetto satirico del 1724 dell’olandese Bernard de Mandeville, “La favola dell’ape: ovvero vizi privati, pubbliche virtù”, per passare all’evacuazione della morale dall’economia operata da Adam Smith, ed approdare all’attuale “economicizzazione” o “omnimercificazione” del mondo, come la descrive bene Serge Latouche nel suo saggio “L’invention de l’économie”, del 2005 (p. 225-9). 

Un tentativo di evitare i danni del liberismo economico, senza ricorrere alla regolazione del mercato da parte degli Stati, si ritrova nella proposta di una corrente di pensiero statunitense, definita come neoconservatorismo, abbreviato in Neocon. Se le sue origini risalgono all’anticomunismo radicale degli anni ’50 del XX secolo, il pensiero Neocon si caratterizza dalla assoluta fiducia nell’attività autoregolatrice del mercato, identificando il problema del sistema capitalistico democratico nel ““caos spirituale”, alimentato dal dinamismo tipico delle istituzioni capitalistiche”, come afferma il politologo Neocon Irving Kristol (cf. Flavio Felice, “Prospettiva “neocon”. Capitalismo, democrazia, valori nel mondo unipolare”, 2005, p. 148).

La soluzione che permetterebbe di salvare il mercato libero, e allo stesso tempo preservare la società e l’ambiente, per i Neocon sarebbe quella di moralizzare con le virtù la vita degli agenti del mercato, cioè di tutta la società. Se questa proposta sembra a prima vista promettente, in realtà, quando si considerano i presupposti filosofici che vi stanno alla base e le finalità ultime che guidano il pensiero Neocon, si dimostra inefficiente, se non dannosa.

Come abbiamo visto, l’idea di uomo che è alla base del sistema capitalistico democratico è quella di Rousseau e dei filosofi liberali. Sovrapporre un’idea cristiana dell’uomo, come propone Michael Nowak, “profeta” del teoconservatorismo, per far sì che gli agenti del mercato si comportino cercando il bene comune è un’illusione destinata a fallire. L’incisiva azione politica negli Stati Uniti - e sempre di più anche nella Chiesa - degli ambienti Neocon e Teocon cerca di imporre alla società una morale delle virtù, ricorrendo spesso alla teologia di san Tommaso d’Aquino, operazione che consiste in pratica a cercare di “imprigionare” i vizi privati, che sono il motore dell’economia liberale, in una “gabbia” di virtù posticce.

È una sorta di assurdo contrasto tra due forze che spingono in direzioni opposte, da una parte sollecitando i vizi per far funzionare l’economia, dall’altra sviluppando le virtù, come se le virtù e i rispettivi vizi che vi si oppongono possano coesistere! Come essere casti e lussuriosi allo stesso tempo? Anche i Teocon cattolici cercano di sdoganare l’economia liberista all’interno della Chiesa, reinterpretando il Magistero sociale in modo che non infranga i dogmi del mercato autoregolato, del diritto assoluto alla proprietà privata e del primato del profitto. Un esempio in questo senso è dato dal libro “Les Papes de Léon XIII à Jean-Paul II et le capitalisme,” del nostro confratello fr. Maciej Zieba op, che sembra in tutti i modi voler presentare le encicliche sociali fino a Centesimus annus di S. Giovanni Paolo II, come suffraganti l’economia liberista, arrivando a svalutare l’insegnamento della Populorum progressio di Paolo VI, bollandola come simpatizzante delle ideologie di sinistra (p. 45-52), poiché chiaramente in opposizione ai dogmi liberisti.

fra riccardolufrani

  fr. Riccardo Lufrani, O.P.

Ma quello che è più grave dell’ideologia Neocon è la strumentalizzazione della religione come regolatore sociale. Il credo religioso non è per i Neocon la fede che dà la forma alla vita degli individui e delle società, ma una religione di regole e leggi che servono a limitare i danni insiti al sistema capitalistico democratico stesso2. Invece di un’economia al servizio di Dio nel servizio dell’uomo, come prospetta la dottrina sociale della Chiesa, il programma Neocon prevede di servirsi di Dio per preservare il sistema capitalistico democratico. Si tratta di una vera e propria perversione ideologica!

Infatti, il progetto Neocon, da un lato non può riuscire nel suo intento di una moralizzazione delle virtù sulla società liberale, questa essendo fondata sui valori che tendono necessariamente all’individualismo, al relativismo e allo sviluppo dei vizi, dall’altro, dando l’illusione di una rigorosa religiosità, anestetizza la forza dirompente che la virtù teologale della fede suscita nei credenti, chiamati, attraverso la loro azione nel mondo sostenuta dalla grazia, alla evangelizzazione della società.

In un recente articolo sul fondamentalismo cristiano, Padre Antonio Spadaro SJ e il Pastore presbiteriano Marcelo Figueroa denunciano la strumentalizzazione della religione a fini politici, caratteristica comune alle numerose ideologie ultraconservatrici statunitensi: “Su quale sentimento fa leva la tentazione suadente di un’alleanza spuria tra politica e fondamentalismo religioso? Sulla paura della frattura dell’ordine costituito e sul timore del caos. Anzi, essa funziona proprio grazie al caos percepito. La strategia politica per il successo diventa quella di innalzare i toni della conflittualità, esagerare il disordine, agitare gli animi del popolo con la proiezione di scenari inquietanti al di là di ogni realismo.La religione a questo punto diventerebbe garante dell’ordine, e una parte politica ne incarnerebbe le esigenze. L’appello all’apocalisse giustifica il potere voluto da un dio o colluso con un dio. E il fondamentalismo si rivela così non il prodotto dell’esperienza religiosa, ma una concezione povera e strumentale di essa.”

In poche parole, l’ideologia Neocon si rivela essere un tentativo di preservare l’ordine del liberismo economico, usando la religione per cercare di far stare in piedi un edificio sociale che è minato alle fondamenta dalla natura stessa del sistema economico liberista. L’uso ideologico della religione da parte dei Neocon si spinge addirittura a cercare di dimostrare che il liberismo economico è insito nella natura dell’uomo, tanto da arrivare a studiare la “portata teologica del capitalismo democratico” e “della vita dello spirito che lo rende possibile” (cf. Felice, p. 153-4).

Ricercando un fondamento teologico e prospettando una rigida morale delle virtù, l’operazione Neocon, che si professa di ispirazione cristiana, in realtà si apparenta molto più all’islam politico, che propone di “addomesticare” il mercato “attraverso alcune precise regole,” che però sono “applicabili solo nell’ambito di una dittatura teocratica” (cf. World-Lab, Manifesto del civismo, 2016).

Se negli ambienti accademici e nei media, grazie anche a consistenti finanziamenti di ricchi mecenati, il liberismo economico è stato presentato per decenni come l’unico sistema praticabile, le evidenti conseguenze nefaste del liberismo senza freni (basti pensare alla crisi finanziaria del 2008) hanno suscitato diverse reazioni, che vanno dai movimenti no-global, alle teorie della decrescita felice, all’islamismo politico, alla proposta di una nuova economia “cristiana”.

Fino ad oggi, il Magistero della Chiesa non ha “consacrato” nessun sistema economico, ma si è limitato a presentare i principi cristiani che dovrebbero ispirare le società e le relazioni economiche, sottolineando i vantaggi e gli svantaggi dei diversi sistemi esistenti. Uno sviluppo nell’attitudine della Chiesa riguardo all’economia, si è manifestato già nel primo anno del pontificato di Papa Francesco, che ha stigmatizzato l’inequità del sistema economico dominante nel mondo, usando parole forti: “Questa economia uccide.”3 

A più riprese il Sommo Pontefice, poi, ha incoraggiato tutti, e i fedeli in particolar modo, a pensare in maniera nuova per affrontare il cambiamento d’epoca che stiamo vivendo. In questo senso, una riflessione sulla teoria e la prassi economica recentemente proposta da un gruppo di economisti cristiani, denominato World-Lab, delinea un’interpretazione della realtà economica attraverso un nuovo paradigma e propone una trasformazione della società e dell’economia dal basso, grazie anche alle nuove tecnologie, tenendo conto della dottrina sociale della Chiesa (cf. World-lab, Dignità delle nazioni, 2015). Con un secondo libro del 2016, “Manifesto del civismo”, lo stesso gruppo World-Lab “intende dar avvio ad una dinamica destinata a dar forma ad un sistema sociale inedito, denominato Civismo”, sistema sociale prodotto da un sistema economico “essenzialmente basato sulla naturale complementarietà fra il Mercato, lo Stato e le Collettività mutualistiche intermedie”, denominato dagli autori come “Economia cristiana” (cf. World-Lab, Manifesto del Civismo, 2016). 

Conforme alla dottrina sociale della Chiesa, la proposta del gruppo World-lab sembra essere una promettente risposta al cambiamento radicale che il mondo sta sperimentando. Gli autori di questa proposta hanno sviluppato nei dettagli il percorso di realizzazione di una nuova economia dove l’auto-produzione, organizzata in quelli che sono chiamati Distretti di Sviluppo Locale, permetterebbe di combinare i vantaggi della competizione del mercato con quelli della piena occupazione, il tutto nel rispetto dell’ambiente.

L’interessante e promettente progetto di una nuova società fondata su un’economia conforme al Vangelo è solo al suo inizio, ma non ci sono motivi per pensare che, perfezionandosi man mano che si realizza, non possa riuscire nel suo intento, se crediamo veramente che la vita cristiana sia la vita che tutti gli uomini sono chiamati a vivere nella grazia che sopraeleva la natura di ogni persona umana.

L’iniziativa del gruppo World-lab risponde pienamente alle aspettative che La Pira formulò nel lontano 1945: “E se tutto questo è vero – ed è vero! – sorge per la cristianità il dovere di organizzarsi politicamente per assolvere questo compito preciso: preparare essa nuovi congegni economici, politici, giuridici e culturali che siano adeguati alle premesse metafisiche e religiose dell’Evangelo: cioè, preparare le nuove strutture sociali nelle quali – come dice Maritain – siano rifratte quelle esigenze di interiorità, libertà, e di fraternità che sono le esigenze insopprimibili della persona umana.” (cf. Premesse alla politica, p. 186).

La riflessione che proponiamo in questo breve articolo, spera di aver dato una doppia buona notizia: non siamo “condannati” al liberismo economico, e la fede non è destinata ad essere relegata al ruolo di “stampella” dei dogmi liberisti! La sacramentalità della Chiesa per il mondo passa attraverso l’incarnazione nella vita di ogni fedele del Cristo Crocifisso e Risorto, per diventare pietre vive del Corpo Mistico, fermento, lievito, sale e luce per il mondo.

Accogliamo allora con entusiasmo la forte e continua esortazione del Sommo Pontefice, che con il Cristo è Capo del Corpo Mistico,4 a capire il mondo contemporaneo e partecipare attivamente, ognuno secondo il proprio stato, i propri talenti e le proprie competenze, alla costruzione della nuova società.

fr. Riccardo Lufrani, O.P.

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1) Quadragesimo anno – 1931, Pio XI; Mater et magistra – 1961, Giovanni XXIII; Pacem in terris – 1963, Giovanni XXIII; Populorum Progressio – 1967, Paolo VI; Octogesima adveniens – 1971, Paolo VI; Laborem exercens – 1981, Giovanni Paolo II; Sollicitudo rei socialis – 1987, Giovanni Paolo II; Centesimus annus – 1991, Giovanni Paolo II; Caritas in veritate – 2009, Benedetto XVI; Laudato si’ – 2015, Francesco.

2) In questo senso si veda il paragrafo sulla religione nel succitato saggio di Flavio Felice: p. 89-107.

3) “Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi” ", Evangelii gaudium, 53.

4) Cf. Unam Sanctam, Bonifacio VIII, (Corp. Iur. Can., Extr. comm. I, 8, 1).

Pubblicato in ATTUALITA' POLITICA
Sabato, 02 Marzo 2024 12:08

DE ANIMA

MONASTERO DELLA VISITAZIONE DI TREVISO 

DE ANIMA: CONFERENZA TENUTA IL 10 FEBBRAIO 2024 ALLE SUORE DI CLAUSURA 

(Relazione di Gianfranco Trabuio, poeta e pubblicista)

In questa relazione parleremo di Anima anche prendendo in considerazione le recenti scoperte scientifiche sull’uomo come persona e non solo come corpo.

Però prima di parlare di Anima provo a introdurre un’immagine che ne fa da prefazione e che può far scaturire in ognuno di noi delle riflessioni stimolanti per ulteriori approfondimenti personali.

Ora, secondo la nostra religione cattolica, ma non solo, l’Anima ha origine al momento del concepimento, quando il seme maschile incontra l’ovulo femminile e il tutto si annida nell’utero, possiamo pensare questo momento come l’atto divino della creazione.

Oggi ci sono correnti di pensiero che formulano ipotesi più complesse su questo tema, però per il momento ci atteniamo all’idea originaria della creazione come atto divino.

Quindi, l’anima è creata da Dio creatore, e Dio a ogni anima dona dei talenti che poi saranno messi a frutto dalla persona che li riceve.

Ed è affascinante pensare alla nostra esistenza terrena, alla nostra vita, secondo un’interpretazione geometrica.

Qualche tempo fa mentre ero nella mia chiesa di Olmo-Martellago stavo riflettendo sulla parabola dei talenti e sull’uso di questi, da poeta e da matematico mi è venuto naturale immaginare  proprio  quella interpretazione geometrica.

Vediamone la rappresentazione:

prendiamo in considerazione la figura geometrica dell’ellisse che gode di una particolare proprietà. Osserviamola:

ELLISSE 2

sul sistema di assi cartesiani X e Y prendiamo due punti sull’asse delle ascisse X equidistanti dall’origine O degli assi e li chiamiamo fuochi F1 e F2, poi prendiamo un punto P sul piano e tenendo fisso questo punto lo facciamo ruotare sul piano in modo che i due segmenti F1P e F2P mantengano costante la loro somma, il risultato di questa rotazione è l’ELLISSE.

Ora, immaginiamo che Dio faccia il suo dono dei talenti, che sono situati nel punto F1 e la persona che si trova con quell’anima prenda la consapevolezza di darsi una missione durante la sua esistenza terrena nel punto F2.

Ecco che la vita di ciascuna persona può immaginarsi come un percorso lungo l’orbita dell’ellisse, cioè la vita è condotta sull’orbita che ha al centro l’origine, cioè Dio creatore.

Allora ognuno di noi è chiamato a vivere la propria esistenza in funzione dei talenti, dono di Dio, e alla missione che ciascuno si sceglie da sé per vivere in pienezza.

L’originalità di questa interpretazione della nostra esistenza lungo l’orbita dell’ellisse nasce dal fatto che i pianeti del nostro sistema solare hanno tutti un’orbita ellittica intorno al sole, che si trova in uno dei fuochi, e che con la sua energia tiene in equilibrio tutto il sistema solare.

L’universo è tutto un sistema di galassie in orbite ellittiche e rimane in equilibrio grazie  all’equilibrio delle energie che lo governano.

A voler essere precisi anche il nostro pianeta, la Terra, è un ellissoide, non è una sfera.

Così la nostra vita è in equilibrio se una volta ricevuta l’anima nel nostro corpo viviamo in coerenza con i talenti ricevuti e la missione  che ci siamo scelti, ambedue governati dalla volontà di Dio creatore che ci fornisce l’energia per percorrere l’orbita dell’ellisse rimanendo Lui al centro dell’orbita.

Ma non finisce qui l’affascinante immagine della nostra vita sull’orbita dell’ellisse; nel 1915 il fisico tedesco Arnold Sommerfeld ha dimostrato che anche gli elettroni hanno orbite ellittiche intorno al nucleo dell’atomo.

Perché partiamo da questa immagine dell’ellisse?

Perché siamo creature di Dio, è Dio che ha creato dal nulla tutte le cose.

In questi ultimi tre secoli, post illuminismo, molti scienziati hanno tentato di spiegare come si è creato il nostro mondo, la nostra terra, il nostro sistema solare, la nostra galassia e tutte le altre galassie…… Ancora non ci sono riusciti, ma hanno fatto scoperte sempre più interessanti.

Di recente alcuni scienziati hanno preso in considerazione che esista lo Spirito e che questo Spirito sia l’energia che ha formato l’universo, io mi permetto di fare una considerazione: allora Dio è energia!

Ecco perché ho pensato che fosse bello e stimolante mettere in relazione la nostra esistenza come creature di Dio e l’ellisse che è la figura geometrica dell’orbita dei pianeti del nostro sistema solare, ed è solo con questa orbita che questo sistema è in equilibrio e così ci viene garantita la vita su questa Terra.

Dopo questa introduzione poetica provo ad addentrarmi su un cammino che trae origine dal mondo delle neuroscienze, cioè dagli scienziati che studiano e fanno ricerche su come funzioniamo grazie ai nostri sistemi neuronali.

Noi non abbiamo un solo cervello contenuto nel cranio, abbiamo anche un cervello nel cuore e un altro a livello intestinale.

Sono cervelli perché hanno un sistema di neuroni come quelli del cervello.

È stato stimato che il cuore abbia circa 40.000 neuroni che costituiscono una rete di comunicazione all’interno del cuore stesso; mentre l’intestino è stato stimato che ne abbia 100 milioni che lavorano in asse col cervello.

 toroide del cuore RIDOTTA 1

 

Il cervello è stato stimato che sia costituito da 85 miliardi di neuroni.

Questo per farci capire la complessità del mondo che stiamo tentando di analizzare.

Ora, se pensiamo che le nostre cellule vivono scambiando reazioni biochimiche e che ogni reazione produce una carica elettrica e che ogni carica elettrica emette un’onda elettromagnetica e che le onde emesse non sono altro che energia che si propaga all’esterno delle cellule, ci rendiamo conto che il tema che stiamo affrontando è quanto mai ricco di stimoli per gli approfondimenti e affascinante oltremisura.

Questa nota si articola in tre parti, la prima di natura scientifica che ha come scopo quello di spiegare i meccanismi di funzionamento del nostro cervello e dei sistemi neuronali coinvolti, la seconda più propriamente mistica riguarda la relazione con la Divinità e infine la terza si concretizza nell’illustrare un esempio preso dalla testimonianza di una santa ritenuta dagli esperti una maestra di questa disciplina mistica.

PRIMA PARTE.

Per esemplificare tutti noi abbiamo conoscenza di come si analizza il comportamento del cervello, del cuore e dei muscoli. L’ingegneria biomedica ha realizzato apparecchiature sempre più sofisticate per studiare mediante elettroencefalogramma, elettrocardiogramma e elettromiografia il funzionamento degli organi analizzati.

Ma non solo, oggi proprio grazie a queste scoperte sono state costruite apparecchiature che analizzano il cuore e il cervello mediante la tecnica del magnetoencefalogramma e magnetocardiogramma, proprio sfruttando le conoscenze nel mondo delle frequenze e delle onde elettromagnetiche e facendo tesoro delle scoperte di oltre un secolo fa quando Einstein e gli altri scienziati che hanno rivoluzionato la Fisica con le scoperte della Meccanica quantistica, ha affermato che:

NOI SIAMO ENERGIA IMMERSI IN UN CAMPO DI ENERGIA.

Le scoperte della Fisica quantistica hanno consentito di andare oltre l’analisi dei semplici tracciati per esplorare addirittura gli effetti del pensiero sulla realtà fisica e non solo. Il nostro cervello fatto di miliardi di neuroni tutti dotati di carica elettrica ed emettenti onde elettromagnetiche, è la centrale dei processi comunicativi che avvengono a livello fisiologico dentro al nostro corpo, ma non solo, anche a livello di comunicazione del pensiero al mondo circostante, dal momento che il pensiero non è altro che una elaborazione prodotta dai nostri neuroni.

Ma c’è dell’altro, in questo contesto, ancora più affascinante. Scoperte recenti hanno messo in evidenza che il muscolo cardiaco ha un suo sistema neuronale in diretta connessione con quello cerebrale. Anzi, è stato dimostrato che il campo toroidale (circolare attorno all’organo) del cuore è molto più potente di quello cerebrale.

Gli scienziati dell’HeartMath dell’Università americana di Stanford, hanno fatto una scoperta forse ancora più grande riguardo al cuore. Hanno dimostrato che il cuore umano genera il campo energetico più ampio e potente di tutti quelli generati da qualsiasi altro organo del corpo, compreso il cervello all’interno del cranio. Hanno scoperto che questo campo elettromagnetico ha un diametro che si estende dai due metri e mezzo ai tre metri, con l’asse centrato nel cuore. La sua forma ricorda quella acciambellata di una toroide, forma spesso considerata la più unica e primaria dell’universo.

Il cuore genera il più ampio campo elettromagnetico del corpo. 
I campi elettromagnetici generati dal cuore permeano ogni cellula e possono agire come un segnale sincronizzatore per il corpo in maniera analoga all’informazione portata dalle onde radio. L’evidenza sperimentale dimostra che questa energia non solo è trasmessa internamente al cervello ma è anche recepibile da altri che si trovino nel suo raggio di comunicazione. Il cuore genera il più ampio campo elettromagnetico del corpo. Il campo elettrico come viene misurato dall’elettrocardiogramma(ECG) è all’incirca 60 volte più grande in ampiezza di quello generato dalle onde cerebrali registrate da un elettroencefalogramma (EEG). La componente magnetica del campo del cuore, che è all’incirca 5000 volte più potente di quella prodotta dal cervello, non è impedita dai tessuti e può essere misurata a diversi metri di distanza dal corpo con uno Strumento a Superconduzione di Interferenze Quantiche (SQUID) basato su magnetometri. È stato anche rilevato che le chiare modalità ritmiche nella variabilità della cadenza del battito cardiaco sono distintamente alterate dall’esperienza di differenti emozioni. Questi cambiamenti nelle onde elettromagnetiche, nella pressione sanguigna e in quella sonora, prodotti dall’attività del ritmo cardiaco sono percepite da ogni cellula del corpo a ulteriore supporto del ruolo del cuore quale globale e interno segnale di sincronizzazione.

SECONDA PARTE

Ora, partendo dalle acquisizioni scientifiche sul funzionamento del nostro cervello e sulle scoperte della capacità del pensiero di influenzare gli eventi interni al corpo umano, e non solo, ma anche quelli esterni, possiamo fare alcune riflessioni sul significato della preghiera e della sua efficacia riguardo alle intenzioni per le quali, rivolgendoci alla Divinità, noi preghiamo.

Esperimenti su queste modalità di preghiera, soprattutto comunitaria, dove più persone si trovano per pregare Dio secondo quella certa intenzione, sono stati realizzati in particolare nei gruppi del Movimento ecclesiale del Rinnovamento Carismatico Cattolico e da quello del Rinnovamento nello Spirito Santo. I risultati sono stati evidenti e riportati come testimonianza nei loro Convegni: la preghiera influisce sugli eventi per i quali si prega.

Quale significato dare a questi risultati? Qui entriamo in un ambito fecondo di sviluppi straordinari sull’efficacia della preghiera, entriamo in un contesto dove entrano in gioco l’anima che ogni persona ha ricevuto da Dio creatore e Dio stesso. Significa che noi siamo in grado di comunicare con la Divinità e come siamo in grado di farlo con Lui, siamo in grado di farlo anche con la Madonna, con san Giuseppe e con tutti i santi della storia. Generazioni di mistiche e mistici testimoniano nelle loro biografie queste esperienze straordinarie di comunicazione tra l’anima della persona e le anime residenti in Paradiso nella visione beatifica del Creatore.

La scienza ha reso visibili e comprensibili le esperienze di generazioni di santi che hanno lasciato scritto quanto avevano sperimentato nella preghiera.

Sant’Efrem  il siro, morto nell’anno 373 dopo Cristo, ha scritto un aforisma di grande efficacia mistica: “IL CORPO È IL TEMPIO DELL’ANIMA”.

tempio dellanima

Seguendo questa pista di lavoro e di ricerca riporto, ora, una testimonianza che un monaco mi ha rilasciato tempo fa quando andai ad intervistarlo su questo argomento.

“Credo che quando noi parliamo della preghiera dobbiamo parlare meno di onde cerebrali e più di anima. Cioè della dimensione profonda che è essa stessa forza, è essa stessa energia, l'anima, è per sua natura. Mentre le onde cerebrali sono prodotte dal cervello l'anima non è prodotta, l'anima c'è.

 

E quindi quando noi preghiamo nel profondo del nostro cuore è l'anima che prega, e prega in forza di un dono che la rende viva nello Spirito, lo Spirito del Signore. Se tu vuoi intercedere, supplicare, chiedere perdono, è importante che tu lo faccia all’interno di te stesso, quindi nella tua anima, non tanto nel pensiero, il pensiero può essere uno strumento che rivolge che indirizza la tua anima, il pensiero della tua volontà, ma la preghiera deve essere espressione dell'interiorità, quindi del cuore. Più che del cervello o della mente, del cuore.”

Molto spesso quando noi preghiamo non ci rendiamo conto dell’azione della preghiera, perché l'azione della preghiera sovrasta la nostra consapevolezza e sovrasta a volte anche le nostre intenzioni, quindi, pregare anzitutto facendo unità interiore, cioè calandoci dentro la nostra anima.

Esistono studi e sperimentazioni fatte in diverse università dove si è messa in relazione la dimensione spirituale con la dimensione della guarigione. Qui si apre una frontiera di grande fascino perché entrano in gioco le leggi della fisica quantistica che aprono scenari di grande interesse per comprendere il ruolo dell’anima.

Nella frase “Siate uno come lo sono col Padre mio” sembra risuonare fortemente l’idea del piano di coscienza non locale di cui ci parlano i fisici, così come l’idea che “Tutto ciò che chiedete pregando vi sarà dato”, sembra avere a che fare con l’idea che nello stato di preghiera esista una possibilità di co-creazione della realtà.

Anche le guarigioni che Cristo compie sono sempre connotate da una domanda: “Vuoi guarire?”. Così come nel prosieguo della guarigione, nella quale Gesù afferma “I tuoi peccati ti sono rimessi. La tua fede ti ha salvato. Vai in pace e non peccare più”, riecheggia fortemente l’idea quantistica del perdono, ovvero è la persona sofferente che chiede perdono alla malattia che la tormenta. Non è Cristo a guarire, ma la fede del guarito.

La fede intesa come la certezza di chi sa, piuttosto che come la speranza di chi crede.

Ed è per questo che è così importante la scienza, perché dà conoscenze alla mente razionale.

Questo gioco di parallelismi tra Vangelo e fisica quantistica non ha alcuna pretesa di scientficità, però la sua potenza evocativa è indiscussa perché ci conduce a una riflessione che è emersa in un convegno all’Università di Catania sulla Medicina Integrata nel 2016: le guarigioni straordinarie hanno necessariamente una componente spirituale, nel senso che la malattia pone essa stessa quesiti per l’anima tanto del medico che del paziente.

Oggi la fisica quantistica sembra ricondurci anch’essa lì, ALLA SOGLIA DELL’ANIMA.

fisica quantistica e anima

TERZA PARTE

Concludo questa dissertazione sull’anima citando un pensiero di Santa Teresa d’Avila, carmelitana scalza e riformatrice dell’Ordine Carmelitano, tratto dai suoi scritti autobiografici. Santa Terresa è vissuta dal 1515 al 1582 e non aveva fatto studi di teologia o di altre discipline scientifiche, aveva frequentato il monastero di Avila e ricevuto la formazione dalle sue Maestre. Aveva avuto un grande maestro che l’ha accompagnata nel suo cammino di riformatrice e di mistica: San Giovanni della Croce.

Ecco la profondità e attualità scientifica del suo pensiero:

“La mente è inutilizzabile quando si tratta di trovare la strada che porta nelle acque mistiche. La tua mente è esausta dalla ricerca.
Devi finalmente permettere all’anima di tornare al suo posto.
Togli di mezzo la mente e fai spazio all’anima.
La mente semplicemente non è abbastanza forte per fare il viaggio.
Arrivare da Dio è il compito dell’anima.
E l’anima risvegliata si agiterà e ti spronerà finché non ti accingi con energia e inizi ad allungare la mano al divino…”

santa teresa bernini

Estasi di Santa Teresa di Gian Lorenzo Bernini nella chiesa di Santa Maria della Vittoria in via Venti Settembre, 17 a ROMA

Se ci pensate è particolare che tutte quelle persone che hanno fatto scelte importanti per stare vicino a Dio, qualsiasi sia il loro Dio (parliamo dei monaci e monache di clausura, monaci tibetani e di tutte le altre categorie di persone che possano venirvi in mente) rispettino un sacrale silenzio.

È il silenzio della mente e, nel silenzio della mente, si cela il segreto della vita, il mistero di ogni cosa.

Non c’è più bisogno di parlare, non c’è più bisogno di capire, c’è solo bisogno di sentire.
Lì fuori non esiste niente: non cercate mai più di cambiare lì fuori…

L’anima non pensa, l’anima sa.

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