L’SLAM E LA “PRATICA”……. E LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
PUBBLICO QUESTA RIFLESSIONE DIVULGATA TEMPO FA PERCHE' RITORNA DI GRANDE INTERESSE PER L'ATTUALITA' DELLA STORIA CHE STIAMO VIVENDO. DA BUONO STATISTICO CHE HA FATTO RICERCA, E DA GIORNALISTA, MI SEMBRA MOLTO CURIOSO FAR NOTARE QUANTO DESCRITTO NELL'ARTICOLO NATO A SEGUITO DI UN'INTERVISTA FATTA AL FILOSOFO EGIZIANO E MUSULMANO HASSAN HANAFI.
“Pratica” nella nostra cultura è contrapposto a filosofia. Poiché nel mio ultimo articolo pubblicato su alcuni siti, compreso il mio, parlavo dell’”Islam e la filosofia”, illustrando un’intervista fatta al prof. Hassan Hanafi dell’Università del Cairo, oggi parlo di fatti disarmanti nella loro praticità.
Infatti, scrivo di un argomento molto concreto e che di recente ha fatto molto scalpore sui media e tra le persone informate di tutto ma che conoscono poco. Da esperto di modelli demografici ho visionato con interesse un video che gira da un po’ di tempo su You Tube: “Muslim Demographics”, dove vengono illustrate con numeri le previsioni demografiche in Europa e nel Nord America. Lo sconcerto degli intellettuali e dei giornalisti nasce dal fatto che il video è stato proiettato durante una sessione del Sinodo dei Vescovi in corso in Vaticano e convocati per progettare la Nuova Evangelizzazione.
Detto banalmente: mettere il mondo davanti alla cruda realtà dei numeri provoca una crisi di rigetto e un moto di ribellione contro chi illustra quei numeri, quasi che misurare col metro una distanza sia diventata un’azione diffamatoria e offensiva. Stiamo vivendo un periodo storico di paranoia sociale e di schizofrenia collettiva.
Il video illustra un’ipotesi di sviluppo demografico delle popolazioni di cultura occidentale, rispetto alle popolazioni di cultura islamica, basato sul quoziente di fertilità familiare. In questo modo viene dimostrato come nel volgere di pochi decenni (da due a quattro), le popolazioni di questi paesi saranno a maggioranza musulmana. Questo significa, per la Chiesa (Mater et Magistra), che si apre un nuovo orizzonte di impegno pastorale per far conoscere il Vangelo alle nuove popolazioni.
Con buona pace di tutti gli intellettuali e i giornalisti, che tutto sanno e poco conoscono, i futuri parlamentari saranno in buona parte di religione islamica. L’uomo della strada potrebbe chiedersi: “E allora dove sta il problema?” È perfettamente normale che le popolazioni si evolvano, che i costumi si modifichino, che la cultura cambi. Dov’è il dramma?
Moralmente parlando il dramma si è consumato nella persona del cardinale Peter Turkson del Ghana e Presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, che avendo avuto l’ardire di far presente uno scenario impegnativo per la Nuova Evangelizzazione, è stato accusato di islamofobia, solo perché i numeri dicono quello che sarà il futuro per chi si troverà a viverlo. Il povero cardinale è stato costretto a chiedere scusa per aver fatto presente il futuro dell’impegno della Chiesa di Roma verso la nuova configurazione sociale e demografica, come se fosse un insulto all’Islam far vedere che le famiglie europee hanno circa un figlio per coppia mentre le famiglie musulmane ne hanno più di quattro.
L’analisi demografica è impietosa perché i numeri non si contraddicono. Se in Italia da quando la legge 194 consente di eliminare il feto nel grembo materno, ci sono stati cinque milioni di aborti, non è colpa dei demografi. Se il Parlamento europeo legifera sulla distruzione della famiglia naturalmente intesa non si possono accusare gli statistici di dire con i numeri quale sarà l’esito demografico da qui a venti o quarant’anni. Il povero cardinale Turkson voleva solo far riflettere i Vescovi del mondo sulla dimensione non solo demografica, ma spirituale, sociale ed economica delle scelte dei parlamenti occidentali.
il cardinale Peter Kodwo Turkson
Anche dentro alla Chiesa cattolica sono ormai evidenti i segni di uno scollamento spirituale e teologico, che rincorrendo le mode culturali riguardo alla eliminazione della cultura della vita, della cultura della famiglia, della cultura dell’impegno sacerdotale nell’annuncio del Vangelo, rendono di fatto la Chiesa nel suo insieme come un agglomerato di forze contrapposte che alla fine si elideranno, elidendo anche la Chiesa come la conosciamo oggi. Fortuna vuole e fede conferma che non sono le strutture gerarchiche a dare fiato allo Spirito Santo. La storia ciclica della Chiesa ci conforta su questo: a momenti di dissesto teologico e morale succedono epoche di grande rinnovamento con l’avvento di figure carismatiche che non si intimidiscono di fronte alla cultura imperante del relativismo e dell’indifferenza. Grandi Santi hanno segnato le epoche di rinnovamento della Chiesa e dato slancio a una nuova missionarietà. A fronte del declino e del degrado delle vecchie famiglie religiose, grazie al Santo Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI, nuove famiglie religiose nascono e si impongono con la carica vitale del loro entusiasmo giovanile. I Movimenti Ecclesiali che tanto disturbo recano a vescovi e cardinali si vanno diffondendo e masse di credenti sempre più numerose li seguono, manifestando una sete di fede e di speranza che in molti ambienti è ormai solo un ricordo del passato. Sarebbe sufficiente consultare i dati statistici sugli aspiranti sacerdoti nei seminari diocesani e dei tradizionali ordini religiosi per confrontarli con quelli delle nuove congregazioni religiose e movimenti ecclesiali per avere conferma di quanto Giovanni Paolo II, confidava a un amico: “Ormai molte delle congregazioni religiose hanno il termosifone spento”.
Le leggi della sociologia sono anche queste impietose, come la demografia e la statistica. I popoli non sono capaci di vivere e di progredire senza la dimensione religiosa dell’esistenza. Chissà che una sana iniezione di religiosità popolare come quella musulmana non riesca a smuovere le antiche memorie di un’Europa ormai decrepita e rinunciataria riguardo alle proprie radici. Non si era mai verificato prima, nella storia, che un parlamento , come quello Europeo, legiferasse per cancellare dalle proprie costituzioni i valori e i principi che avevano reso possibile lo sviluppo di una civiltà basata sulle radici greco-giudaico-cristiane. Forse aveva ragione il prof. Hassan Hanafi, nell’intervista pubblicata, quando prevedeva, da buon filosofo, che l’Occidente avrebbe avuto bisogno dell’Islam per ritrovare il filo rosso della riscoperta dell’importanza della dimensione religiosa del vivere e dell’esistere.
NOTA IMPORTANTE: il cardinale Turkson l'ho incontrato e conosciuto molto bene a seguito del patrocinio da lui accordato a noi di WORLDLAB in occasione del convegno realizzato a maggio del 2017 a Mestre dove abbiamo illustrato il nostro nuovo modello economico pubblicato nel libro LA DIGNITA' DELLE NAZIONI edito su Amazon e tradotto in inglese, russo, francese e spagnolo. Al convegno hanno partecipato come relatori docenti dell'Università di Venezia, della Santa Croce di Roma e di Lovanio.